L’Antro di Nettuno, così chiamato in onore del dio supremo del mare, è una grotta meravigliosa: il vero orgoglio dei cittadini algheresi. Dalla sua scoperta, avvenuta intorno al 1750 e attribuita dalla credenza popolare ad un marinaio del posto, un certo Ferrandino, il luogo è stato oggetto di diversi racconti e leggende che lo rivestono di un alone misterioso.
Pare anche che la regina di Francia Maria Antonietta, per aiutare la sorella nelle sue ricerche di storia naturale, di cui era appassionata cultrice, chiese al suo ministro della marina qualche pezzo di pietrificazione degno di curiosità: fu così che alcune stalattiti vennero sottratte dalla grotta, suscitando una questione politica internazionale.
Tanti personaggi importanti visitarono l’Antro di Nettuno, tra essi il futuro re e allora principe Carlo Alberto, il quale davanti al meraviglioso spettacolo naturale esclamò: “se cento volte tornassi in Sardegna, cento volte verrei a visitare questa grotta, anche sfidando i disagi, poiché non mi stanco mai di vederla e ammirarla”. Egli, prima di lasciare l’Antro di Nettuno, si accostò ad una parete levigata e vi scrisse un nome, non il suo, ma romanticamente quello della sua sposa: Maria Teresa. Mantenne la promessa e tornò tante volte a visitare la grotta.
Luogo di guarigioni e di speranza, santuario e paradiso della natura, l’Antro di Nettuno è però gelosamente custodito dal mare che sembra quasi difendere la sua quiete dai visitatori venuti a turbarne il silenzio. Le ondate scroscianti, minacciose, si frangono sui massi granitici rendendone disgraziatamente difficile l’ingresso e, per vendetta, perfino l’uscita.
Ma questo luogo sfugge alla parola come alla penna, e per capire di cosa si tratta, deve solamente essere visitato.
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