Era un imbarcazione da piccolo cabotaggio solitamente navigavano a vista ma potevano fare anche tratti lunghi in mare aperto.
Il carico tutto inquadrabile nel periodo che va dal secondo al primo secolo avanti Cristo è molto eterogeneo, si possono riconoscere anfore dressel 1, anfore greco-italiche, dressel 18, anfore vinarie spagnole, anfore Van Der Werff 3 di produzione tunisina., oltre al carico di anfore si possono notare materiali da costruzione come tegole e altro materiale misto a cui due macchine per il grano.
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È possibile notare parte dello scafo Foligno ancora conservato il relitto risulta pressoché intatto è in assetto di navigazione si notano tre Ceppi d’ancora in piombo, uno che doveva essere sulla Murata e uno in prua. Solitamente queste imbarcazioni non navigavano di notte e cercavano un porto dove attraccare per la sera, spesso in queste occasioni avvenivano degli scambi commerciali testimoniato dal fatto che l’imbarcazione ha una grande varietà di anfore.
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Avveniva che ci dessero delle anfore con alcuni prodotti e altre con prodotti diversi per commerciarli altrove. Il fatto che avesse materiale da costruzione e macine, potrebbe fare ipotizzare che fosse un’imbarcazione che battesse quella rotta regolarmente e che gli fosse stato commissionato il trasporto di quei materiali, solitamente non usuale associato al trasporto di anfore.
L’esplorazione e il ritrovamento sono stati fatti in collaborazione con due pescatori corallari, Doriano Belloni e Ugo Palazzini.
In copertina Doriano Belloni e Andrea Bada
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