Tre presentazioni del suo libro in 24 ore. L’uomo del record è il giornalista e scrittore Toni Capuozzo, storico inviato di guerra, invitato in Sardegna a presentare la sua ultima opera “Cos’è la guerra? I conflitti spiegati ai ragazzi”, edito da Signs Publishing, dal “Dorian Festival” e dal Festival Culturale LiberEvento, con la collaborazione della Fidapa, sez. Sulcis Iglesiente. La prima tappa è stata a Cagliari, lunedì 3 giugno alla Fondazione di Sardegna, dove in una sala piena il giornalista ha raccontato tutte le sue esperienze nei vari teatri di guerra. Balcani, Iraq, America Latina, Libano, Afghanistan, Libia questi alcuni dei luoghi raccontati da Capuozzo che con aneddoti esclusivi ha percorso la storia dello scorso millennio e di come i confini geopolitici siano cambiati. Un’esplorazione fra traumi, vittime, macerie e atrocità, quanto mai attuale, viste le notizie che giornalmente arrivano dall’Ucraina e da Gaza e soprattutto la convinzione che non valga mai la pena iniziare una guerra.
La mattina del 4 giugno secondo appuntamento dedicato agli studenti dell’Istituto Gramsci-Amaldi di Carbonia. Stuzzicato dalle domande dei ragazzi, Capuozzo ha ripercorso la sua vita da giovane studente, non brillantissimo ma con una dote principale: la curiosità. La stessa curiosità che gli ha consentito di partire alla scoperta del mondo e di quello che sarebbe stato il suo lavoro da giornalista. La preoccupazione di un dilagare dei conflitti anche in Europa nelle parole dei giovani studenti non pronti, sicuramente, ad affrontare un’ eventuale chiamata alle armi. Prontamente rassicurati dal giornalista che, a suo parere, è un’ipotesi al momento non concretizzabile. Raccontare è sicuramente la qualità più importante che emerge dalla carriera di Capuozzo, meno incline alle interviste anche se nel suo portfolio può vantare quella fatta a Jorge Luis Borges, il poeta e scrittore argentino.
Ultima tappa alle 18:00, presso l’affollata aula consiliare di San Giovanni Suergiu, nell’ambito del Festival Culturale Liberevento. Un pubblico prevalentemente adulto che si è interfacciato con l’autore ponendogli domande sulle varie esperienze vissute ma anche su quali possano essere le eventuali soluzioni perché i popoli ritornino in pace. “La maggior parte delle guerre nascono tra persone che si conoscono ma a combatterle sono sempre coloro che non si conoscono e che poi muoiono.” Una verità assoluta quella espressa da Capuozzo che pur non amando i conflitti ha dovuto raccontarli, talvolta tra un bombardamento e l’altro, ma sempre con l’occhio attento, lucido e imparziale del cronista che non sempre è scontato. Una vita dedicata all’informazione, qualche volta a discapito di quella personale, ma anche una vita in transito nei vari aeroporti internazionali che al Capuozzo pensionato manca più di ogni altra cosa.
More Stories
Mario Fabiani, il “gigante buono”_di Silvana Congiu
“La sposa nel vento” di Giovanni Coda, una trilogia sulla violenza di genere_di Simonetta Columbu
Gianni Laconi, maestro senza orizzonti_di Ignazio Argiolas