La Torre dei segnali – detta anche Torre di Calamosca – si trova in una splendida posizione panoramica sul promontorio di Sant’Elia, in prossimità del faro.
L’edificio domina buona parte del braccio occidentale del golfo di Cagliari ed offre al visitatore la possibilità di godere di un magnifico panorama.
L’importanza strategica del sito fu intuita fin dal Medioevo.
Gian Francesco Fara, nel 1584, scrisse che vi sorgeva una torre. La costruzione dell’attuale edificio peraltro risale al 1638 e le sue fondazioni poggiano su una struttura circolare che probabilmente ha inglobato i resti della vecchia torre.
L’edificazione si rese necessaria perché nel 1637 la Sardegna aveva vissuto una grande paura in occasione dello sbarco dei francesi ad Oristano ed al conseguente saccheggio della città. La probabilità che un nuovo tentativo francese venisse posto in essere, considerato che era in corso l’ultima fase della Guerra dei Trent’anni, indusse l’Amministrazione delle Torri ad accelerarne l’edificazione.
L’opportunità dell’opera fu sostenuta da Giovanni Melzi D’Erill, un cavaliere di Malta esperto dei problemi della difesa militare, che si era trasferito in Sardegna dalla Lombardia.
La costruzione fu affidata ad un importante ingegnere militare spagnolo, Alfonso De Arcayne, che operò con grande velocità utilizzando anche alcune strutture costruite nel 1622.
L’edificio, oltre ad assolvere al compito di avvistare le navi, costituì anche teatro di alcune imprese guerresche come, ad esempio, nel 1643 allorchè con i suoi cannoni respinse l’attacco di una nave francese e soprattutto quando, nel 1793, svolse un ruolo importante durante il tentativo di sbarco della fl otta francese. Alla fine del 1792 la torre era stata dotata di nuovi cannoni e quando nel 1793 la fl otta francese – minacciosamente sostenuta dai suoi cannoni – mise in atto il bombardamento ed il tentativo di sbarco, la Torre dei segnali, in collegamento visivo col Forte di Sant’Ignazio e con le altre torri del golfo di Cagliari, contribuì a rendere più efficace l’azione da difesa della città.
Nel corso dei secoli fu ripetutamente restaurata e dopo il 1780 venne dotata di un congegno meccanico per “fare i segnali”, di grande utilità per la comunicazione dell’arrivo in rada delle navi.
Venuta meno la sua importanza come edificio difensivo, continuò a rimanere nell’ambito del demanio militare e nel corso del XIX secolo subì numerosi interventi che ne modificarono la fisionomia. La recente dismissione da parte dell’Autorità militare pone notevoli problemi sul futuro della sua conservazione e della sua destinazione.
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