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Le opere di Galep e l’Istituto San Vincenzo de Paoli_di Giorgio Ariu

C‘è un piccolo straordinario tesoro nella Cappella dell’istituto S. Vincenzo De’ Paoli che guarda il carcere cagliaritano di Buon Cammino lungo il traficatissimo viale che porta a piazza d’Armi.

Quattro dipinti, una via Crucis, gli affreschi e le decorazioni con le scritte sono di un incredibile autore che solo pochi mesi prima di morire ha voluto firmare.

In precedenza, siamo nel 1984, durante la visita rivelazione al suo rientro dopo tantissimi anni in Sardegna mi aveva vincolato al segreto.

Poi Aurelio Galleppini aveva posto la sua famosissima firma Galep durante una visita lampo, l’ultima in Cagliari, proprio per mostrare alla moglie e ai due figli le sue opere religiose realizzate in gioventù tra un cartellone pubblicitario cinematografico, il logo per De Riso piuttosto che una striscia di quello che doveva essere l’embrione della sua mitica creatura, il leggendario Tex.

Solo pochi intimi sapevano delle opere religiose realizzate per le suore vin- cenziane, figuratevi la gioia delle Figlie della Carità quando se lo videro tornare per firmarle.

Le opere potrebbero risalire al ’45: nella cupola son raffigurate le apparizioni della Madonna a Santa Caterina Labourè, in un quadro ci sono i fondatori Vincenzo De Paoli e Luisa De Marilà che raccoglie i bimbi poveri nella congregazione nata a Parigi; poi l’apparizione del Sacro Cuore a una figlia della carità; ancora una suora vincenziana con l’antico abito con la cornetta, mentre distribuisce le medaglie al popolo francese (1830); poi durante la rivoluzione francese quattro vincenziane vengono condannate alla ghigliottina.

Il sogno del mitico artista che tanto ha dato alla Sardegna era che le opere potessero essere restaurate.